Torna a Bologna la XXI edizione del Gender Bender, il festival multidisciplinare che esplora gli immaginari culturali e artistici legati al corpo e al genere
Giunta quest’anno alla sua 21esima edizione, torna a Bologna il Gender Bender Festival, in scena dal 31 ottobre all’11 novembre: 80 appuntamenti su 14 spazi della città.
Il festival diretto da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli e prodotto da Il Cassero LGBTI+ Center di Bologna, da oltre 20 anni intercetta gli immaginari artistici dalla cultura contemporanea legati alle nuove rappresentazioni e relazioni generate dall’espressione dei corpi, dalle differenze di genere e dagli orientamenti sessuali, con una programmazione dal respiro internazionale e una vocazione interdisciplinare.
L’edizione 2023 torna alle sue date storiche, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, dopo tre anni en plein air post Covid, e prevede un programma multidisciplinare che si articola in proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e teatro, performance, workshop, mostre e installazioni di arti visive, incontri e convegni di letteratura, party notturni.
Dichiarano i direttori artistici: “Questa edizione invita trasversalmente pubblico, artiste e operatori a riconoscere le impronte lasciate in noi dagli altri, intese come le memorie che archiviamo nei nostri corpi o come quei repertori condivisi di movimenti e gesti che costituiscono le nostre storie personali. Per giungere infine a rileggere e indagare i miti e gli archetipi fuori schema, o per riscriverne le storie”.
Un programma che celebra la diversità
Dodici giorni in cui artiste e artisti internazionali si esibiranno, esplorando gli immaginari culturali e artistici legati al corpo e al genere: Gender Bender rappresenta un importante spazio di confronto ed espressione.
Il Festival celebra la diversità e promuove una cultura di convivenza delle differenze: attraverso il suo articolato programma offre una piattaforma per il dialogo e per l’esplorazione e la rappresentazione di esperienze di genere non convenzionali.
Danza, Cinema, Arti Visive e Incontri
Il programma comprende arti visive, cinema e letteratura, ma il focus più importante è quello sulla danza, perché è ancora "il luogo in cui il corpo viene rappresentato in modo più trasparente ed è, al tempo stesso, il luogo opaco in cui si sedimentano molti luoghi comuni" come affermò Del Pozzo alcune edizioni fa.
Per la sezione DANZA sono da segnalare due prime nazionali: Ida don't cry me love, spettacolo della coreografa belga Lara Barsacq, un manifesto femminile ispirato a IDA Rubinstein, musa di Sergej Djagilev e leggendaria danzatrice dei balletti russi e Atlas da Boca della coreografa trans* brasiliana Gaya de Medeiros, emigrata a Lisbona nel 2019 dopo la vittoria elettorale di Bolsonaro. Lì ha fondato BRABA, una piattaforma che favorisce l’incontro tra persone trans* e non binarie per sostenerne i progetti creativi.
Da segnalare anche Lampyris Noctiluca, di Aristide Rontini, in cui il performer e coreografo italiano mette in scena la sua disabilità in dialogo con l’eredità di Pier Paolo Pasolini; Hope Hunt and the ascension into Lazarus, capolavoro della coreografa irlandese Oona Doherty, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia nel 2021, celebrato dall’interpretazione di Sati Veyrunes e Nulle part est un endroit spettacolo di Nach sul krumping, una danza iniziata a circolare attorno ai primi anni 2000 nei sobborghi di Los Angeles.
La sezione CINEMA include numerosi appuntamenti ed opere che esplorano tematiche quali metamorfosi, sessualità, fluidità, amore, tra le quali segnaliamo la prima europea di Acsexybility (Brasile 2023) di Daniel Gonçalves, un documentario che esplora la sessualità delle persone con disabilità.
La sezione ARTI VISIVE ospita due esposizioni: Hunter filmed, l’opera di Oona Doherty e Luca Truffarelli che traduce lo spettacolo di Doherty, Hope Hunt & The Ascension Into Lazarus, in un'installazione audiovisiva onirica e A corpo libero. Esplorazioni sul desiderio, mostra-installazione a cura di Gruppo Elettrogeno, con gli scatti realizzati da Anna Pierobon nella primavera del 2023 in occasione di un percorso laboratoriale sulla vita affettiva e sessuale delle persone con disabilità.
Gender Bender traccia una possibile convergenza di specifici percorsi su cui costruire un festival come opera collettiva, eccentrica eppure coerente: è un modello reale di come le differenze possano dare un contributo concreto alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano, sociale e culturale.